CORSO BASE DI ICONOGRAFIA PER PRINCIPIANTI


CORSO DI ICONOGRAFIA A CATANIA

CARI FRATELLI E SORELLE...

Vi diamo il benvenuto nel Blog della nostra piccola Comunità presso la Cappella del Metochion

"San Serafino di Sarov"

Carissimo/a fratello/ sorella in Cristo Gesù, forse in questo momento ti senti solo/a ed incompreso/a, o se sei rimasto/a deluso/a da tante frasi o da delle persone a te care. Se nel tuo cuore avverti il bisogno che qualcuno ti stia vicino e preghi per te o per una persona amata, se hai dubbi spirituali, economici, familiari, ecc. e, pertanto sei confuso/a ed incerto/a, permettimi di dirti che Dio vorrebbe che tu capissi e accettassi la tenerezza e l’intensità con cui Egli ti sta cercando. Egli ci invita ad affidare i nostri conflitti alla sua comprensione, le nostre sofferenze al suo amore, le nostre ferite alla sua capacità di guarire, la nostra debolezza alla sua forza, il nostro vuoto alla sua pienezza.
Egli non ha mai deluso chi si è affidato a Lui.
«Quelli che lo guardano sono illuminati, nei loro volti non c’è delusione» - Salmo 34: 5”.
Se desideri che la nostra piccola Comunità preghi per te, o vuoi ricevere una parola di conforto, o vuoi venire a pregare insieme a noi, scrivici!

La Comunità si incontra ogni Sabato alle ore 18.00 presso la Cappella privata del Parroco

Dio ti Benedica con il Suo grande Amore!



Le vesti Liturgiche


LE VESTI LITURGICHE 
NELLA CHIESA ORTODOSSA 


Tutte le vesti liturgiche (paramenti) presenti nella Chiesa Ortodossa derivano da abbigliamenti in uso nell'Impero Romano.Occidente e Oriente in questo coincidono e mostrano la loro comune origine. Nulla nella Liturgia cristiana è fine a se stesso, tanto meno i paramenti utilizzati. Gli abbigliamenti servono dunque a contraddistinguere un ufficio e una funzione all'interno della Chiesa un po' come la divisa serve a contraddistinguere il soldato dal vigile urbano. I colori dei paramenti nella Chiesa Ortodossa, rispetto a quella Romano-Cattolica non hanno un significato particolare o fisso. Probabilmente questa differenza si spiega dal momento che l'Occidente, nel periodo medioevale, ha sviluppato una forte visione allegorica sulle cose sacre mettendo piuttosto in ombra quella simbolica. Attribuendo un significato allegorico ad ogni elemento del tempio e della Liturgia i colori hanno cominciato ad assumere un'importanza particolare e sono stati fissati normativamente. I colori, in Oriente, non hanno quella fissità normativa che s'è imposta in Occidente a partire dal periodo post-tridentino (XVI-XVII sec.) e la loro importanza è piuttosto relativa. 

Mostriamo di seguito i paramenti del Lettore del Suddiacono del Diacono, del Presbitero e dell'Episcopo facendo un breve cenno sulla loro identita' ecclesistica. 



IL LETTORE 
 

Nella liturgia canta le parti a lui spettanti. Con il suddiacono fa parte dei cosiddetti “Ordini Minori” a differenza dei tre gradi dell’Ordine (Diaconato-Presbiterato-Episcopato) detti anche "Ordini Maggiori". Gli Ordini Minori vengono conferiti per chirotessia, cioè per una benedizione ricevuta con una mano appoggiata sulla testa. La chirotonia che contraddistingue gli Ordini Maggiori consiste, invece, nell'imposizione delle mani secondo l’uso apostolico. 


Segno liturgico del lettore: 

RÁSSO 

Di colore nero assomiglia molto alla Cocolla dei monaci benedettini, segno della comune origine delle vesti liturgiche. Il materiale con il quale è fatta è seta oppure lana. Si contraddistingue per le sue ampie maniche. 
Nella tradizione slava il lettore non porta il Rasso (riservato a monaci, diaconi e presbiteri). Il paramento distintivo del lettore è lo Sticario (l'officio di chirotessia al lettorato nel pontificale slavonico è talvolta denominato "conferimento dello Sticario"). Durante la chirotessia al lettorato, nel momento della prima lettura dell'Apostolo, il candidato è rivestito del Piccolo Felonio (una versione leggermente più corta rispetto al Felonio presbiterale, e meno adorna). Gli accoliti (in russo: presluzhniki) aiutano il Diacono all'altare. Essi non vengono ordinati, ma hanno la benedizione del prete per poter entrare nel luogo dell'altare e indossare lo Sticario. Solitamente sono dei bambini o giovani ragazzi. 

IL SUDDIACONO 
 

Aiuta nella liturgia il Diacono. È il secondo dei cosiddetti “Ordini Minori”. Anche se non pare di istituzione apostolica la sua origine è molto antica. il Suddiaconato si rese quasi subito necessario per aiutare nelle onerose incombenze di servizio verso la Comunità cristiana dei primi secoli. Ne parla esplicitamente Ippolito di Roma nella sua Traditio (218). La Chiesa romana doveva avere dei suddiaconi anche prima di papa Fabiano (236-250) perchè alla morte di questi, S. Cipriano li nomina ripetutamente a Cartagine e con attribuzioni non sempre legate al culto. La Chiesa Ortodossa continua a mantenere l’istituzione suddiaconale a differenza della Chiesa romana che l’ha recentemente abolita. Nella tradizione russa, la veste liturgica del Suddiacono è lo Sticario con l'Orario (che deve essere cinto attorno alle spalle, come sul disegno). La forma dello Sticario è uguale a quella dello Sticario del Diacono. la funzione del Suddiacono non è quella di aiutare il Diacono, ma di assistere il Vescovo nelle liturgie pontificali. Infatti, é molto raro vedere un suddiacono nella parrocchie, poiché solitamente sono solo nelle cattedrali, dove c'é la cattedra del vescovo. 

Segno liturgico suddiaconale: 

STICARIO 

Si veste in forma differente rispetto a quello del Diacono. È stretto alla vita da una fascia e ha maniche abbastanza aderenti ai polsi 



IL DIACONO 
 

È il primo dei cosiddetti "Ordini Maggiori". Con quelli che lo seguono (Presbiterato, Episcopato) è di certa istituzione apostolica. Ha generalmente una funzione ecclesiastica di assistenza e servizio (dal greco = diakonia). Nelle Celebrazioni liturgiche unisce il popolo al presbitero. 

Segni liturgici diaconali: 

1. STICARIO 
Corrisponde alla Dalmatica occidentale 

2. ORARIO 
Corrisponde alla Stola diaconale occidentale 

3. SOPRAMMANICHE (Epimanikia) 
Sono delle fasce di stoffa con una croce ricamanta. 
La loro funzione è quella di mantenere le maniche aderenti al polso. 
(Nella figura non sono visibili). 



IL PRESBITERO 
 

Il termine Presbyteros significa anziano. Il suo compito è quello di amministrare tutti i Sacramenti (tranne quello dell'Ordine) per la crescita spirituale di tutti i cristiani. 

Segni liturgici presbiterali: 

1. STICARIO 
Corrisponde al Camice occidentale 

2. STOLA (Epitrakilion) 
Corrisponde alla Stola presbiterale occidentale 

3. SOPRAMMANICHE (Epimanikia) 
Non sono visibili nel disegno 

4. EPIGONATIO 
È una distinzione onorifica. 
L'Epigonatio rappresenta la Spada della Parola. 

5. CINTURA 
Corrisponde al Cingolo occidentale e serve per stringere al corpo la stola. 

6. FELONIO 
Corrisponde alla Casula occidentale. Le antiche Casule occidentali erano quasi identiche a quelle orientali. Nell'Impero Romano quest'abbigliamento aveva una funzione di soprabito. 

L'EPISCOPO 
 

L'Episcopo, o Vescovo, è colui che "scruta dall'alto" (dal gr. episkopos). Il suo compito è quello di reggere la Diocesi che gli è stata affidata mantenendola fedele al Vangelo e alla Tradizione ecclesiastica. Amministra per questo anche il Sacramento dell'Ordine con il quale può fare Diaconi e Presbiteri. Il Vescovo porta tutti i paramenti sacri del Presbitero, al posto del Felonio porta il Sacco (nell'antichità, anche i Vescovi portavano il Felonio), l'Omophorion, la Mitra, il Pastorale e anche il Tricherio ed il Dicherio, (sui quali si accenna nella sezione dedicata alle suppellettili liturgiche). 

Segni liturgici episcopali: 

1. EPIGONATIO 

2. SACCO 
Questo paramento è simile a quello che aveva l'Imperatore costantinopolitano quando assisteva alle Liturgie 

3. OMOFORIO 
Segno distintivo episcopale. Corrisponde al Pallio utilizzato dai Metropoliti occidentali. 

4. MITRA 
La foggia di questo copricapo emula il Diadema dell'Imperatore costantinopolitano. La mitra episcopale greca, a differenza di quella russa, porta il diadema dell'Impero Romano. 

5. PASTORALE 
Questo tipo di pastorale era anche quello occidentale del primo millennio. 
Quando il vescovo non celebra ma assiste alle celebrazioni liturgiche indossa un altro tipo di indumento, il "Mandìas". Quest'indumento ha la forma d'un mantello caudato. Il suo colore è viola o rosso porpora. Presso i russi ha una colorazione chiara con delle strisce di diverso cromatismo. Quando il vescovo si muove con il Mandìas viene accompagnato da un chierico caudatario che ne sostiene il lembo posteriore. 


Man mano che un membro del clero avanza negli ordini, conserva i paramenti che indossava. Dunque, il Lettore ha lo Sticario, il Suddiacono lo conserva aggiungendo l'Orario. Il Diacono conserva l'Orario (che viene sciolto) e lo Sticario, e si aggiungono le Epimanikia. Il Prete indossa lo Sticario, le Epimanikia, e l'Orario, indossandolo su ambe due le spalle, mentre il Diacono solo sulla spalla sinistra. Questo è l'Epitrachelion. Nella tradizione russa, il Presbitero riceve anche la Croce pettorale di argento. L'Epigonatio non è una distinzione dell'Archimandrita o dell'Arciprete essendo una distinzione di onore, come la croce d'Oro, il Nabedrennik (che non esiste nella Chiesa Greca), la croce rivestita di gioielli, la Skufiya e la Kamilavka, ecc. Sono tutte distinzioni che vengono date dal Vescovo per merito.

Il titolo di Arciprete, o di Arciprete Mitroforo, o di Protopresbitero, sono dati dal Vescovo come distinzioni non semplicemente di merito, ma anche di tipo "gerarchiale". Per esempio, un Protopresbitero è molto raro e, di solito, è il rettore di una cattedrale patriarcale, oppure è il cancelliere di una eparchia, ecc. Il titolo di Igumeno, viene dato ad un'Abate di un monastero, mentre quello di Archimandrita viene dato ad un'Abate di una Grande Lavra (come quello della Trinità di S. Sergio di Radonezh, vicino Mosca), oppure ad un'Abate di tre o quattro monasteri.

La distinzione dell'Archimandrita in termini di vesti è il Madias che è diverso da quello dei monaci, il bastone di legno, e in alcuni casi, il poter celebrare con il Tricherio ed il Dicherio. La distinzione del Protopresbitero (e anche dell'Archimadrita) è di poter celebrare la Divina Liturgia con le Porte Regali aperte fino alla comunione del Clero. Questi sono solo alcune esempi di differenze tra le tradizioni greca e slava. 




San serafino di Sarov

San serafino di Sarov
Salva, o Signore, ed abbi pietà degli anziani, dei giovani, dei poveri, degli orfani e delle vedove, dei disadattati, dei sofferenti, dei malati, di coloro che sono nel dolore, nelle difficoltà, nelle afflizioni, di coloro che sono rinchiusi nelle prigioni e nei luoghi di detenzione, ed innanzitutto di coloro che sono perseguitati per il tuo nome e per la fede. Ricordati di tutti loro, visitali, fortificali, dona loro presto, per la tua gloria, libertà e liberazione.